Tradizione a volte non paga

Spesso mi trovo durante le mie consulenze a “combattere” le tradizioni di famiglia, non fraintendetemi io Amo, ma solo nel caso che non siano zavorre, in quel caso bisogna riuscire a capire che sono servite ad arrivare fino a dove siamo arrivati oggi, ma dopo averle ringraziate, bisogna lasciarle andare, visto che oggi sono per noi una perdita e non più una risorsa.

Il mondo purtroppo o per fortuna, cambia con una tale rapidità che le tradizioni ritornano attuali a cicli temporali, però quando il tempo non è quello giusto è molto penalizzante avere delle tradizioni “fuori moda”

Immaginiamo la trattoria anni 70 dove le tovaglie a quadretti bianchi e rossi, le luci che ricordano quelle di una chiesa, il fiasco del vino senza un’offerta variegata, il caffè con la macchina trascurata e mal tenuta, il bagno spesso senza carta ne sapone e altre mille accortezze ormai indispensabili. Ora mettiamo questo ristorante in una città turistica dove la folla ci permette di essere caratteristici, ovviamente a prezzo medio basso e una lavanderia e un parrucchiere a portata di mano per i clienti visto l’odore che si porteranno dietro sui vestiti e sui capelli. Mettiamo lo stesso ristorante in un altro luogo quindi non Firenze o Roma, quanti coperti potrebbe fare questo ristorante tipico? Pensatelo 10 anni fa, 15 anni fa, 20 anni fa, 25 anni fa, 30 anni fa ecc. Tradizione si ma nel momento che non funziona bisogna saper cambiare per poi in futuro rispolverarla come un punto di forza nel momento che torna di moda la tradizione di quel prodotto o servizio, che comunque oggi ci fa perdere soldi e rischia di farci chiudere… Concludo con farvi riflettere su negozi di dischi, noleggi videocassette, radio registratori portatili, e altre mille situazioni che con il tempo sono scomparse per poi riapparire per un pubblico di nicchia, ma comunque prima o poi riappariranno, ma noi non possiamo aspettare, ci giocheremo la nostra carta della tradizione in futuro, ma oggi bisogna vincere.